mercoledì 9 novembre 2011

La fine di Berlusconi per ridare dignita' all'Italia

Siamo alla parabola finale di Berlusconi come capo del governo italiano. E' questo un motivo di gioia per gli italiani, e certamente per noi italiani all'estero che viviamo quotidianamente la derisione verso il nostro Paese guidato da una personaggio il cui squallore non ha rivali. Berlusconi cerchera' di salvare il salvabile, forse spera ancora di potere persuadere qualche parlamentare a dargli il proprio voto in questo mercato delle vacche degno della peggiore politica. La realta' e' che dopo l'incontro con il capo dello Stato ieri, una volta
approvato il disegno di legge di stabilita' le dimissioni dovra' darle. Di certo si chiude una fase ma gravi problemi restano: una crisi economica che mette a serio rischio il nostro Paese e la necessita' di avere un governo che governi. Il bisogno che la politica offra una visione sul futuro del nostro Paese, riforme strutturali che liberino energie bloccate che trovano possibilita' di esprimersi solo migrando all'estero, cosi' come il problema della corruzione in Italia. Corruzione che non e', come alcuni cercano di far credere, un problema marginale ma altresi' strutturale dell'Italia. Finisce il governo Berlusconi ma resta il berlusconismo, che va combattuto e non sara' questa una battaglia che si vincera' rapidamente e il cui esito e' tutt'altro che scontato. L'attuale legge elettorale e' una porcata, lo sappiamo tutti. Toglie il potere ai cittadini di scelta sui candidati ma attenzione che altrettanto lo sarebbe una legge elettorale maggioritaria che consentisse ai partiti di catapultare in questo o quel collegio uninominale nomi scelti nelle segreterie romane e non scelti sul territorio. Allora che una riforma della legge elettorale sia la priorita' del nuovo parlamento con precisi impegni presi dalle coalizioni in campo prima del voto. Che i partiti avviino una selezione dei propri candidati tramite un sistema di primarie anzicche' decisioni dall'alto sulla composizione delle liste elettorali. Un governo "tecnico", termine tutto italiano, guidato da una persona autorevole ma che non si sia confrontata con il corpo elettorale sarebbe la scelta peggiore. Provate infatti a spiegare ad un inglese o ad un tedesco cosa sia un governo tecnico e vedrete che avranno serie difficolta' a capirlo.

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