![]() |
Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi |
Ci sono circa novanta sedi di Istituti Italiani di Cultura (IIC) sparse per il mondo. Chi vive all'Estero sa perfettamente che il piu' delle volte si tratta di carrozzoni statali che hanno costi molto ingenti (quest'anno il governo ha allocato ben tredici milioni di euro soltanto per le loro attivita' promozionali) spesso trasformati in parcheggi di amici degli amici. Generalizzare e' sempre un errore pertanto va sottolineato che in queste strutture lavorano tantissime persone capaci e dedite al proprio lavoro. A ben guardare le nomine dei direttori generali si vede pero' che in non pochi casi eludono il criterio da seguire ("nomina per chiara fama") e cio' che invece li rende riconoscibili e' l'amicizia che li lega a questo o quel politico. Insomma il metodo italiano in piena regola esportato all'estero: a Mosca per esempio ad essere assunta e' stata una ex collaboratrice di Berlusconi, Angela Carpifave, suscitando sentite proteste di intellettuali russi per le sue incapacita'.
A Londra l'esperta di "arti visuali" dell'IIC prende la modica cifra di diecimila euro al mese. Cifra non smentita in seguito ad articoli apparsi su varie testate d'informazione. Si tratta di Rossana Pittelli, sorella del parlamentare pdl Giovanni Pittelli, tra l'altro noto alle cronache per essere stato indagato da Luigi de Magistris nell'inchiesta Poseidon. Parliamo di circa centoventimila euro l'anno e non vi e' traccia alcuna di mostre che lascino un qualunque timido segno nel panorama culturale del Paese ospitante. Al contempo, agenzie consolari come magari quella di Bedford, Norimberga o Sion che offrono assistenza a decine di migliaia di connazionali vivono nella perenne precarieta' a rischio di chiusura per mancanza di fondi. Perche' non chiudere allora la maggior parte degli Istituti di Cultura, o quantomeno stabilire le loro sedi presso i consolati o le ambasciate, viste che anch'essi dipendono dal Ministero degli Affari Esteri cosi' da contenere i costi di gestione e del personale? E per non tagliare posti di lavoro che ovviamente sarebbero in esubero, parte dei dipendenti potrebbe essere ridistribuito presso gli sportelli consolari dove sempre piu' scarseggia l'assistenza al pubblico ancora una volta a danno delle comunita' italiane all'estero.
A Londra l'esperta di "arti visuali" dell'IIC prende la modica cifra di diecimila euro al mese. Cifra non smentita in seguito ad articoli apparsi su varie testate d'informazione. Si tratta di Rossana Pittelli, sorella del parlamentare pdl Giovanni Pittelli, tra l'altro noto alle cronache per essere stato indagato da Luigi de Magistris nell'inchiesta Poseidon. Parliamo di circa centoventimila euro l'anno e non vi e' traccia alcuna di mostre che lascino un qualunque timido segno nel panorama culturale del Paese ospitante. Al contempo, agenzie consolari come magari quella di Bedford, Norimberga o Sion che offrono assistenza a decine di migliaia di connazionali vivono nella perenne precarieta' a rischio di chiusura per mancanza di fondi. Perche' non chiudere allora la maggior parte degli Istituti di Cultura, o quantomeno stabilire le loro sedi presso i consolati o le ambasciate, viste che anch'essi dipendono dal Ministero degli Affari Esteri cosi' da contenere i costi di gestione e del personale? E per non tagliare posti di lavoro che ovviamente sarebbero in esubero, parte dei dipendenti potrebbe essere ridistribuito presso gli sportelli consolari dove sempre piu' scarseggia l'assistenza al pubblico ancora una volta a danno delle comunita' italiane all'estero.
Ottima proposta, aderisco dall'Argentina.
RispondiEliminaMarcelo Conde
Grazie Marcelo... a presto!
EliminaVero, il problema, purtroppo, è anche che come accenni tu, Manfredi, eventuali segni di vita dei vari IIC lasciano poco segno nel paese ospitante. Con le dovute eccezioni, naturalmente.
RispondiEliminaInfatti, urge riforma..
RispondiEliminaGiustissimo Manfredi.
RispondiEliminaE` chiaro che bisogna fare i distinguo. E` certo che le nomine e gli stipendi dei direttori sono tutt'altro che trasparenti. Come spesso succdde chi e` a capo viene ben pagato e brilla per assenza, mentre il lavoro viene fatto fare ai pochi precari reclutati sul posto.
Concordo Saverio, entrambi conosciamo persone validissime che lavorano per gli Istituti Italiani di Cultura e che mettono passione oltrecche' impegno in cio' che fanno. Una riforma degli IIC e' necessaria anche perche' queste persone possano svolgere bene il proprio lavoro.
RispondiElimina