In tempi di crisi si sa, e’ meglio risparmiare. Cosi’ non funziona pero’ dalle parti del centrodestra. Ieri infatti il ministro Maroni ha annunciato che proporra’ al governo di deliberare affinche’ i referendum sul legittimo impedimento, la privatizzazione dell’acqua ed il ritorno al nucleare, si svolgano il 12 giugno e non il prossimo 15 maggio, ovvero durante lo stesso giorno delle elezioni amministrative che riguarderanno molte citta’ italiane, tra cui Napoli e Milano. Accorpare in un election day le elezioni amministrative con il referendum avrebbe significato un risparmio da parte dello Stato, ovvero di tutti noi cittadini, della modica, si fa per dire, somma di oltre 300 milioni di euro. Sul fatto che il risparmio sarebbe in quest’ordine di numeri, molti a dire il vero parlano di 350 milioni di euro, sono d’accordo proprio tutti, quindi diamo questa cifra per buona. E proviamo ad immaginare quante cose il governo potrebbe fare con 300 milioni di euro: potrebbero essere destinati al settore della cultura e dello spettacolo, i cui fondi sono stati letteralmente polverizzati dall’ultima finanziaria; potrebbero essere
impiegati per sostenere investimenti e progetti nella ricerca e sviluppo, dove l’Italia e’, surprise surprise direbbero gli inglesi, fanalino di coda rispetto a Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e cosi’ via; o potrebbero essere anche in parte utilizzati per ripristinare i finanziamenti pressocche’ azzerati per l’insegnamento della lingua italiana all’estero cosi’ come il mantenimento di alcune sedi consolari in Europa e nel resto del mondo che invece saranno gia’ chiuse entro l’anno.
impiegati per sostenere investimenti e progetti nella ricerca e sviluppo, dove l’Italia e’, surprise surprise direbbero gli inglesi, fanalino di coda rispetto a Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e cosi’ via; o potrebbero essere anche in parte utilizzati per ripristinare i finanziamenti pressocche’ azzerati per l’insegnamento della lingua italiana all’estero cosi’ come il mantenimento di alcune sedi consolari in Europa e nel resto del mondo che invece saranno gia’ chiuse entro l’anno.
Il governo, in tempi di crisi, ha deciso di sprecare questi fondi per una sola ragione: far si’ che non si raggiunga il quorum, ovvero che si rechino a votare la meta’ piu’ uno dei cittadini italiani, che renderebbe valido l’esito della votazione referendaria. Tra i quesiti referendari vi e’ infatti il legittimo impedimento che tanta paura fa a Berlusconi perche’ propone appunto l’abrogazione della legge ad personam votata dal parlamento. Da qui la scelta di non accorpare referendum e voto amministrativo e, statene certi, il silenziatore che sara’ messo ad arte a tutti gli strumenti di (dis)informazione, tv pubbliche, private e giornali, affinche’ di tutto si faccia nelle prossime settimane tranne che parlare della data del referendum e dei quesiti su cui i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi.
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